Nocturno 1994 – 2024

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… E vide che ciò era buono

Qualche riga  per ricordare che oggi, 24 settembre 2024, cade il trentennale esatto della nascita di Nocturno. Incerto se scriverne o celebrare l’anniversario per i cazzi miei, scelgo per la prima opzione. Mi dico: spezziamo il pane o l’ostia – per restare nel giro delle metafore religiose, come da esergo iniziale – al comune desco di quanti sono stati presenti, dal Genesi in poi, dalla creazione fino ad oggi, 30 anni, 360 mesi, 10957.5 giorni dopo – che, come ho scritto da qualche parte, forse valgono per una rivista quanto valgono per le bestie, i cani, i gatti o altri, per cui un ciclo solare corrisponde al doppio o magari al triplo delle umane nature. Trenta, sessanta o novanta che siano, ad ogni modo, sono una vita. Se ne sono viste di ogni, dal 1994 a oggi, all’ombra della N frastagliata, di quel logo che all’inizio, se riprendo in mano le prime copie, osservo – e ricordo – che appariva ancora lineare, senza il bordino increspato, bianco. Come venne fuori, il margine accidentato proprio non lo rammento, ma immagino sia stato perché rendeva la scritta più accattivante, perché aureolava il nome in modo tale da colpire l’occhio. Non ci avevo mai riflettuto e ci rifletto ora: con tutto l’idealismo che ci si può mettere trent’anni (o sessanta o novanta) dopo. Questo margine, accentuato dall’ondulazione, del logo finisce per sembrarmi connesso alla marginalità dei contenuti. Una specie di sigillo o marchio predittivo di quel che uno avrebbe trovato nelle pagine interne. Più o meno, il medesimo concetto di certi manoscritti medievali, ai bordi dei quali i copisti istoriavano mostri o altre immagini fantastiche. Perché – e questa non è mia, ma non ricordo dove l’ho letta – “il margine è sempre marginalità”.

E che dentro questo contenitore delle origini fosse messa a cuocere materia cinematografica a margine, non ci piove. Adesso viene facile ex post dire che questo obbediva a un preciso programma e bla bla bla e che quindi la pietra filosofale di Nocturno fu il risultato di un’operazione “alchemica” consapevole e preordinata. Che non fosse mai esistito niente del genere e che ci si muovesse in una zona di nessuno, più che semplicemente a margine, del tutto inesplorata, pure su questo non ci può piovere. Ma se adesso riscivolo a quegli anni, a quei mesi, a quei giorni, realizzo che il calcolo non c’entrava nulla, che il piede in quei territori lo si spinse per la pura soddisfazione e celebrazione di un gusto, di un piacere. Nessun sistema massimo era consapevolmente in gioco. I sistemi massimi e le sovrastrutture sono arrivati dopo, necessariamente e purtroppo. Tocca dirlo, questo, senza voler parlar male del “dopo evolutivo”, ma anche senza togliere niente al selvaggio e puramente edonistico istinto originario, primario.

Oggi, A.D. 24 settembre 2024, il bordo ondulato di Nocturno logo permane. Ma, solo ora ci faccio caso e mi accorgo – il diavolo nascosto nei dettagli… – che da tempo immemore il margine ha assunto il colore nero sulle copertine, che lo rende meno indefinito, evanescente, più stabile, rispetto al bianco che fu. Chissà che cazzo vorrà dire…?