Cristina Serafini
Gli occhi, la bocca...
Incontrata per caso. Quando il Caso è il travestimento della Necessità. Cristina Serafini, mora, capelli alle spalle, occhioni, bella bocca, bella pelle, zigomi importanti, corpo magro, svelto, flessuoso. E seni che si stimano marmorei. Uno sguardo aperto e sorridente, dietro al quale potresti trovare tutto. Acque insidiose, quindi invitanti. La incontro per un’intervista sul ruolo di moglie di Antonio Banderas nel rampage-movie Acts of Vengeance – Vendetta finale uscito per Koch Media. Il Caso era questo. E ne seguiva la Necessità di conoscere, di Cristina, la backstory, ciò che l’ha trasformata da hostess di volo ad attrice emergente a Hollywood, dove ha casa e base operativa. Torinese, ma non si sente, simpatica ed empatica. E insisto sugli occhi, enormi, che inghiottono. Dunque, in aereo, un giorno, incontra un tizio che la fa decidere ad abbandonare le ali di metallo per provare a planare nei cieli dello spettacolo. Bella è bella. E si mette a imparare l’arte. Diploma al teatro stabile di Torino. Col cinema inizia nel 2006: Son tornato al Nord. Con la tv l’anno dopo: Colpi di sole. Ma dove l’ho vista, in quel periodo dei primordi? Senza fine, eccolo! Nel film di Roberto Cuzzillo, 2009, era una delle due lesbiche protagoniste in cerca di maternità – l’altra, Irene Ivaldi. Bellezza e cupezza, da ricordare.
Invece non ci sarei mai arrivato, se non me lo avesse detto lei, alla scena del Divo di Sorrentino, in cui faceva Caterina Stagno, l’addetta stampa di Cirino Pomicino. Quando Buccirosso cammina al ralenti con di fianco Cristina, stangonissima, in tailleur arancione, collanata, seno alto e ricco, e dall’altra parte Diletta Petronio (mora, carneade, Marie Biondini). Quell’incedere potente e ieratico, leonesco – alla Sergio Leone – ipnotizza Sean Penn. Sean Penn, proprio. La torinese lo manda fuori di testa con un quarto di minuto del Divo. E, in Italia, lui la bracca, la stana, l’acchiappa: per tutto il resto, ci sono i gossip che sedimentano in Rete. Altro flash rivelatore: fu una manager nel bel virtuosismo di Valzer (2007) di Salvatore Maira, avvolta dalla spirale del morbido piano-sequenza del racconto. I titoli per il cinema sono legione, dal 2008: Colpo d’occhio, Cercando Maria, Workers, Lacrime di San Lorenzo, I tredici, 11 settembre 1683, Laila (Passion et colère), Niccolò Machiavelli il Principe della politica, Oggi a te…domani a me, Non c’è 2 senza te. Idem per la televisione. E nel 2013 entra anche in Beautiful. Ricco è il carniere…
Poi, dal 2016, si lega alla Millenium Films, la compagnia losangelina che ha avuto come ultimi proiettili in canna Acts of Vengeance di Isaac Florentine e il remake di Il giorno degli zombi di Hector Hernández Vicens, Day of the Dead – Bloodline, di cui sulle pagine di Nocturno avete appreso ogni più segreto bene e ogni più segreto male. E tra i beni, è, senza meno, Cristina, che compete alla pari con la gnocca protagonista Sophie Skelton. Nel film con Banderas, invece, muove, morendo insieme alla figlia, tutto l’ingranaggio nemesiaco. E mi dice che dopo avere girato quella scena non ha dormito per una notte intera. Ma la più bella le successe al trucco, mentre si lamentava che lo script la mettesse nello stesso letto di Banderas e le concedesse solo un castissimo bacio sulla fronte. Il Bell’Antonio entra in quel momento e sente tutto. Risultato: la scena la girano scambiandosi un appassionato bacio in bocca. Non deve essere stato affatto un sacrificio per Banderas…