Helena Markos unveiled

L'origine del nome della Strega Nera di Suspiria
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Helena Markos unveiled, la Strega Madre “svelata”? La faccenda saltò fuori durante cena in riva al mare. Giugno 2022. Ci si trovava a un desco marittimo, serale, con Dario Argento. La conversazione aveva preso, a un certo punto, la piega verso Suspiria. Non mi risulta il regista l’avesse mai detto, ma raccontò che durante la prima francese, a Parigi, il 18 maggio 1977, lui presente, venne fatta esplodere nel cinema una sorta di bomba carta, finta, per creare spettacolo e scandalo, giornalisticamente parlando, intorno al film. Dopodiché, si era cominciato a discettare delle scritte arabescate sul budello, nero & oro, che Jessica Harper percorre avvicinandosi al nido della strega. Argento rammentava che Bassan, lo scenografo, Peppino Bassan, ebreo di origine, decorò il tunnel con parole ebraiche mescolate a termini latini, insieme ad altra simbologia (vediamo una bella rappresentazione della teoria del Summum Bonum di Robert Fludd. con l’esergo latino “la rosa dà il miele alle api”: questa fu, però, realizzata da Franco Angeletti, un pittore amico del figlio di Bassan, Davide). «Nessuno, io per primo, sapeva il significato delle parole in ebraico. Nessuno glielo domandò», dice laconicamente Argento. Il cunicolo era stato inizialmente concepito per essere una sorta di ricostruzione dell’interno di una vena, con velluti rossi, ma poi si cambiò idea. Tra i termini che si distinguono, in latino, sono apprezzabili “Metamorphosis”, “Nebiros Jesus” (Nebiros è un demone citato nel Grimorium verum e nel Grand Grimoire, sottoposto di Astaroth e Duca dell’Inferno. Certo è un caso, ma resta suggestivo che il termine si legga di sfondo proprio nella scena in cui Pablo, armato di accendino, sta cercando qualche intruso, perché la prerogativa di questo demonio è anche quella di “rendere visibili le cose nascoste”) nonché il nome di Helena Markos.

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L’abbia aggiunto lui o glielo abbia domandato io, non ricordo, fatto sta che Argento affermò che il nome della Regina Nera, non se lo era affatto inventato, ma che lo trovò in uno dei testi esoterici che all’epoca si era messo a leggere alacremente, preparando il film: «Si parlava di una donna con poteri magici che aveva percorso l’Europa, provenendo dalla Grecia…». Quale libro, però? Sfugge il titolo, ad Argento, ma sforzandosi, la sua memoria ripesca la nozione che esso stava da qualche parte in uno dei volumi di una scrittrice-esoterista, della fine dell’altro secolo, che si occupò di faccende occulte. «… Una molto famosa». Il nome non gli viene. Madame Blavatsky? «Esatto! Lei!». Brividi. Quindi: da qualche parte nelle opere di Helena Petrovna Blavatsky, nata Yelena Petrovna von Hahn il 12 agosto 1831 a Yekaterinoslav, in Russia, e trapassata l’8 Maggio 1891 a Londra, vi sarebbe il seme primo della Mater Suspiriorum. «Sì…». Helena & Helena: torna.

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Isis Unveiled: A Master-Key to the Mysteries of Ancient and Modern Science and Theology (1877); From the Caves and Jungles of Hindostan (1879–1886); The Secret Doctrine: The Synthesis of Science, Religion and Philosophy (1888); The Voice of the Silence (1889); The Key to Theosophy (1889); Nightmare Tales (1907): questi sono gli scritti principali della fondatrice della Società Teosofica, al netto dei vari articoli pubblicati in sillogi eccetera. La disfuida dovrebbe essere a questo punto cercare e trovare qualcosa in tal massa di scritti che rimandi a “Markos”. Che, in maniera assolutamente categorica, non esiste. Ma, ci sia o non ci sia, in forma precisa e onomastica, il germe storico della Strega Madre, negli scritti dell’autrice di Iside svelata, mi interessa assai meno del fatto che sia emersa la figura di Madame Blavatsky collegata a Suspiria. E che questa giunzione non sia postulata in sede critica (diversa gente lo ha fatto, specie negli studi esteri sul film), ma venga certificata da Argento stesso, è punto essenziale.