L’ALDIQUÀ – L’importanza di Skinamarink
Verifiche sull’horror di oggi. Una rubrica di Emanuele Di Nicola

Cosa ci ha lasciato Skinamarink, il cult di Kyle Edward Ball, a tre anni dalla realizzazione? Il film è stato proiettato per la prima volta il 25 luglio 2022 al Fantasia International Film Festival, la nota manifestazione di genere di Montreal, da lì ha iniziato il suo percorso che l’ha portato a diventare di culto nel nuovissimo horror, ovviamente per pochi. In Italia ha saltato la sala cinematografica, nessuna distribuzione ha osato proporlo sul grande schermo, ci mancherebbe, è uscito direttamente su piattaforma dove è disponibile tutt’ora a noleggio. Skinamarink ha segnato l’esordio nel lungometraggio del giovane canadese Kyle Edward Ball. Come spesso accaduto nell’ultima decade, il primo seme nasce direttamente su YouTube, precisamente nel canale del regista, Bitesized Nightmares, in cui lui stesso condivide paurosi filmati amatoriali e racconta gli incubi ricorrenti fino a conquistare un pubblico di circa 50.000 followers. Più che i video brevi o medi, è però il progetto filmico a diventare un vero e proprio fenomeno, che germoglia in rete e spesso salta la sala, per ritrovarsi su piattaforma.
La trama di Skinamarink è irraccontabile, nel senso che non si può descrivere né sintetizzare, e forse non è nemmeno essenziale: i protagonisti sono due bambini, Kevin e Kaylee, fratelli di quattro e sei anni. Siamo nel 1995. Kevin è appena rientrato a casa dall’ospedale accompagnato dal padre, per un controllo dopo aver sbattuto la testa in seguito a un episodio di sonnambulismo. Cala la tenebra. Kaylee si sveglia e inizia a muoversi nella dimora oscura e notturna: del padre non v’è più traccia, della madre non sappiamo nulla fin dall’inizio. Un televisore digitale anni Novanta gracchia sullo sfondo, trasmettendo immagini inquietanti di cartoni animati. Strani rumori, piccoli spostamenti, oggetti fuori posto ed eventi disturbanti si dispiegano mentre il piccolo perlustra la casa.
Il film è essenzialmente questo: nell’arco di cento minuti Skinamarink è in grado di creare un orrore analogico primario e assoluto, che si dispiega in crescendo per poi culminare nel terrificante finale. Il regista, finanziato quasi interamente in crowdfunding, gira un horror sperimentale che coltiva il found footage, il ritrovamento di materiale filmato dopo gli eventi, ma non solo: il suo è un lavoro accurato sul sonoro, la luce, il buio, l’occhio che si abitua al buio, il silenzio, il rumore. Il risultato è un discorso visivo che tocca corde profonde della psiche, zone della mente che vengono prima della ragione. Non a caso l’autore, interpellato, ha citato tra i suoi punti di riferimento nomi chiave nella Storia dello sperimentale, come Stan Brakhage e Maya Deren, insieme a registi cult dell’onirico e dell’incubo, Stanley Kubrick e David Lynch.
Chiunque guardi oggi questo film, insomma, può immaginare di essere quel bambino, esserlo stato o diventarlo in un futuro incubale, ritrovandosi in una casa buia e infestata di notte col terrore puro dell’avere sei anni. Un prodotto come Skinamarink non conosce etichette né definizioni esaustive, nemmeno nella modalità di visione. Si può rivedere più e più volte, si può proiettare su un muro, si può godere come una videoinstallazione museale dell’orrore. Ma l’approccio migliore probabilmente è farlo scorrere sullo schermo più grande possibile, rigorosamente di notte, seguendo la terrificante passeggiata del bimbo nella casa. Una volta nato il fandom del film, molti appassionati in rete si interrogano sulla consueta spiegazione del finale, su cosa sia successo davvero, a quale tenuta della realtà possiamo affidarci: è un falso problema perché Skinamarink non va spiegato, la posizione più logica è lasciarsi andare, vederlo nell’abbandono dei sensi e accogliere la tempesta della paura.
LE PUNTATE PRECEDENTI
#1 L’ELEVATED HORROR DOPO NOSFERATU
#2 WOLF MAN, LA BELVA È DENTRO
#3 “QUESTO NON È UN HORROR”
#4 HORROR E AI, C’È UN PROBLEMA
#5 THE SUBSTANCE E L’OSCAR AL MAKE-UP DA NON SOTTOVALUTARE
#6 L’ORRORE DELLA CELEBRITA’
#7 ESISTE UN’ALTRA DIMENSIONE?
#8 KAIRO CONTRO THE BLAIR WITCH PROJECT
#9 DENTRO LE STANZE DELLE TORTURE
#10 IL BOOGEYMAN E IL FINTO TRUE CRIME
#11 NICOLAS CAGE HORROR: GENIO O BUFFONE?