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Sky Rojo 3

2024
REGIA:
Jesús Colmenar, Óscar Pedraza, David Victori, Albert Pintó, Javier Quintas, Eduardo Chapero-Jackson
CAST:
Verónica Sánchez (Coral)
Miguel Ángel Silvestre (Moisés)
Asier Etxeandía (Romeo)

Il nostro giudizio

Sky Rojo è una serie tv del 2021 ideata da Álex Pina ed Esther Martínez Lobato.

Non c’è niente da fare, gli spagnoli sono imbattibili quando si tratta di pulp, sangue, sesso e furore.
Anche se descrivere Sky Rojo, serie Netflix in 3 stagioni (24 episodi in tutto) trasmessa dal 2021 al 2023, con queste sole quattro caratteristiche è a dir poco riduttivo. Ideata da Alex Pina (La casa di carta) e Esther Martinez Lobato (che hanno curato anche la sceneggiatura e si sono affidati ad un nugolo di registi visionari e inarrestabili, di fronte a scene che definire rocambolesche è un eufemismo) è l’epopea delle tre prostitute Coral, Wendy e Gina che scappano dal loro aguzzino e proprietario del club Las Novias e vengono inseguite dal suddetto (Romeo) e dai suoi scagnozzi Moises e Christian. E’ una vicenda con struttura a domino, che genera un cataclisma dietro l’altro. E anche se in un contesto del genere può sembrare un demerito, l’equilibrio tra tutte le componenti della messa in scena è la vera forza propulsiva della serie.
Difatti, c’è tanta violenza, si, tanto sangue, misto a polvere (e a tanti altri liquidi organici) e sostanze chimiche, ma mai si era vista un’altrettanto potente e penetrante forza emotiva, come bilanciamento. I personaggi sono multisfaccettati e grazie a un cast perfetto, ti fanno entrare nelle loro teste, e tu sussulti, tremi e sbraiti insieme a Coral e gli altri. Indubbiamente riconoscente allo stile di Tarantino e Rodriguez, Sky Rojo è, nonostante la lunga serialità, più fluida e forse persino più fastidiosa di quello che potevano essere stati Pulp Fiction o Grindhouse.

In mezzo a immaginifiche sequenze gore, o soft core, volgari e tremendamente politically incorrect si innestano squarci di una poesia visionaria ed emolliente, quasi profumata. Condita da una colonna sonora bomba curata da Ivan Martinez Lacamara e Manel Santisteban (che include brani di Lou Reed, Johnny Hallyday, Hombres G e Celia Cruz) la serie va giù con la stessa ferocia con la quale i protagonisti trangugiano la qualunque. Il cast merita un plauso speciale perchè, se è vero che il direttore casting in questi casi ha buona parte del merito (o meno) va detto che gli attori si danno, tutti, indistintamente , anima e corpo. Vorrei dire che IL CORPO in questo caso è quello di Miguel Angel Silvestre (Sense8), attore feticcio ormai internazionale che con il suo ghigno sexy e beffardo ti spaccerebbe una banconota del Monopoli come autentica (ok, a me) ma le vere supertrouper della serie sono le donne.

Veronica Sanchez (Coral), Lali Esposito (Wendy) anche cantante di successo e Yani Prado (Gina) danno prove attoriali sublimi, nervose e di pancia, sempre credibili, sexy e cazzute come nessuno mai. Alla Sanchez la sfida del ruolo della tossica doppiogiochista ma dal cuore d’oro: la 47enne attrice spagnola la porta a casa da Dio e noi siamo tutti un po’ Coral, in fondo. La Esposito, sexy anguilla argentina e la Prado, la tormentata e romantica cubana completano il terzetto. Cameo del figo portoricano Rauw Alejandro.
Spoiler (ma perchè io ci sono rimasto sotto): in un episodio della stagione finale c’è una sfida in mare aperto, al cardiopalma, con le tre girls contro i manzi assassini. Allacciatevi le cinture e ingoiate Whiskey con dell’Ibuprofene, come Coral… io non l’ho fatto e sono caduto dal divano. Serie bombastica.