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Freud

2020
REGIA:
Marvin Kren
CAST:
Robert Finster (Dott. Sigmund Freud)
Ella Rumpf (Fleur Salomé)
Georg Friedrich (Alfred Kiss)

Il nostro giudizio

Freud è una serie tv del 2020, ideata da Marvin Kren, Benjamin Hessler e Stefan Brunner.

Vienna, 1886. Il giovane dottore Sigmund Freud, futuro padre della psicanalisi, si ritrova coinvolto in un groviglio di omicidi e atti violenti dalla matrice oscura: eventi inspiegabili in quanto privi, apparentemente, di una logica unificante. A complicare questo scenario di sconosciuta ambiguità le azioni manipolatorie e perverse dei potenti conti Sophia e Viktor von Szápáry, disposti a qualsiasi cosa pur di perpetrare una vendetta concepita molti anni prima. Il 24 Febbraio 2020, in occasione della settantesima edizione del Festival Internazionale del Cinema di Berlino, la sessione ‘Berlinale Series’ e’ stata aperta dalla proiezione, in anteprima mondiale, dei primi tre episodi di Freud. La serie originale in otto episodi di durata variabile è un prodotto televisivo internazionale e segna la prima collaborazione tra la casa di produzione austriaca ORF e il servizio di streaming Netflix. Dal giorno del rilascio in blocco il 23 Marzo scorso, la serie ha scalato in poco tempo la classifica della Top 10 italiana della piattaforma evidenziando, cosi’, la generale accoglienza positiva da parte del pubblico. Ideata da Marvin Kren (sia showrunner che produttore esecutivo), Benjamin Hessler e Stefan Brunner, Freud presenta una versione romanzata e immaginata della vita del suo protagonista, concentrandosi sul periodo di formulazione e riflessione delle teorie che lo avrebbero, in seguito, reso celebre. Otto episodi per raccontare una Vienna infestata.

Otto ‘stati’ – Isteria, Trauma, Sonnambulismo, Totem e Tabu’, Desiderio, Regressione, Catarsi, Rimozione – che segnano le tappe di un viaggio esplorativo nel mistero della psiche umana, tra sedute ipnotiche, impulsi omicidi, desideri di manipolazione, voglia di sesso e cocaina, sentimenti di empatia e dissociazione multiple della personalità. A navigare in questo mare magnum degli istinti umani un Freud giovanissimo, intuitivo ma ancora inesperto, al quale dà volto e corpo (bellissimi) Robert Finster; e una cerchia di personaggi-simbolo diversamente alterati e problematici – come l’ispettore Kiss (Georg Friedrich), tormentato da vergognose azioni del passato, la sfuggente e indomabile medium Fleur Salomè (Ella Rumpf, appeal sensuale e torbido alla Eva Green) e la coppia diabolica Sophia e Viktor von Szápáry (Anja Kling e e Philipp Hochmair), divorata dall’ossessione della rivalsa. Freud non elemosina in scene ad alto tasso di violenza, come rimandi a stupri, combattimenti mortali, omicidi macabri, orge a base di sangue, che volutamente degradano gli uomini allo stato di animali feroci in lotta fra di loro per la sopravvivenza e il predominio. In particolare, sul piano formale, la serie si caratterizza per l’uso espressivo di primi piani e particolari spesso incastonati in inquadrature oblique e dal basso. Le immagine opache e dai contorni sgranati, quasi in dissoluzione lungo linee di fuga che dal centro sembrano anelare alla realtà del fuori campo, sono funzionali per la resa visiva di ricordi, flashback, sogni, allucinazioni, presagi, incubi. Il tutto contribuisce alla costruzione di atmosfere cupe e asfittiche, nelle quali i colori del nero e del rosso, più di tutti, servono a rivelare le paure e i desideri dell’inconscio.

In questo labirinto di scelte estetiche e registri narrativi, che portano all’ibridazione della categoria dei generi fondendo insieme giallo investigativo, thriller, scene e sequenze esoteriche e di impianto horror (quest’ultimo anche con risvolti splatter), Freud sembra rispondere all’imperativo di, letteralmente, mettere in scena le pulsioni e le derive dell’essere umano. In tal senso, la serie si configura come un esperimento formale e discorsivo di interesse ma a scapito dell’organicità e compiutezza interne dell’opera e delle sue linee narrative. Non sempre i collegamenti intra-testuali sono chiari ed evidenti, varie storie e personaggi si accumulano senza pienamente risolversi e mostrarsi e l’effetto shock visivo tende ad impregnarsi di un retrogusto di fastidiosa gratuità. Freud ricerca ossessivamente il fascino ipnotico dell’incomprensibile e dell’ignoto, sacrificando la fedeltà storica e il criterio della linearità a vantaggio di un intreccio che predilige i meccanismi dell’enigmatico e della distorsione, dell’evocazione e del caotico. “Un’idea letteraria di Freud, veracemente fake, lontana dalla realtà storica ma probabilmente vicina all’inconscio dell’autore” (Vittorio Lingiardi, il Venerdi’ di Repubblica): un’opera-specchio, dunque, che cerca di cogliere e riprodurre l’essenza dell’inconscio e dei suoi meandri ma che è destinata a perdersi nelle deformità delle sue molte e imprevedibili sfaccettature.