Star Trek: Picard
2020
Star Trek: Picard è una serie tv del 2020, ideata da Kirsten Beyer, Michael Chabon, Akiva Goldsman e Alex Kurtzman.
Serie distribuita da Amazon e composta da 10 episodi. È un prodotto che mette massima cura nella fotografia, le musiche e nelle inquadrature. La differenza con la serie originale Star Trek: The Next Generation è lampante: siamo davanti ad un prodotto costoso, un giocattolo da collezione a cui non manca nulla. Sono presenti tutti i topoi della saga, ma con l’evoluzione dei tempi e del linguaggio comunicativo del presente; vi è azione e introspezione dei personaggi, non solo del protagonista. Una serie ricca di umanità; etica e filosofia, come tutte quelle ideate dallo storico sceneggiatore Gene Roddenberry. Per chi ha apprezzato STTNG, Star Trek: Picard è un tuffo al cuore, è come rivedere vecchi compagni dopo tanto tempo e condividere con loro una nuova esperienza, con un bagaglio di vita sulle spalle. L’Ammiraglio in pensione Jean Luc Picard (sir Patrick Stewart) è ormai fuori dai giochi. A seguito di una missione stellare che ha visto i nemici di sempre in prima linea, il popolo dei Romulani, scontrarsi con la Flotta Stellare per una questione diplomatica sfociata ovviamente in una guerra.
Adesso passa le sue giornate nel grande chateau in Piccardia, in isolamento, curando vigneti e cercando di meditare sul proprio passato, fino a quando una giovane donna non giunge alla sua porta per chiedergli aiuto. Da qui si snoda tutta la vicenda fatta di segreti, cospirazioni e minacce interstellari. Se i primi cinque episodi risultano lenti per le ricerche condotte e gli indizi sparsi che vanno accumulati, successivamente la serie acquista velocità, fino al finale in tipico stile Star Trek. Tutta la storia si basa su un elemento presente nella serie classica degli anni 90, un sogno di uno dei personaggi che qui si concretizza, prende letteralmente vita e fa sviluppare l’intera vicenda. Star Trek: Picard è come accennato prima, un atto di amore per tutti gli amanti della saga; sono presenti molti dei vecchi personaggi che ritornano a distanza di tempo, con le loro vite cariche di esperienza e dolori; tragedie e vittorie, ruotando attorno alla figura cardine dell’Ammiraglio, personaggio shakespeariano, denso di fantasmi e rimorsi. La serie riesce a toccare corde sensibili per quanti ne seguivano le vicende e lo fa con la solita delicatezza e umanità di sempre.
Facciamo la conoscenza dei nuovi personaggi: Cristobal Rios (Santiago Cabrera), capitano della nave Sirena, che interpreta anche 5 ologrammi, diverse versioni di sé stesso, ognuno con una sua personalità e vestiario specifici. Uomo segnato dalla vita, che legge Unamuno, il filosofo esistenzialista, per esorcizzare meglio un dolore dell’anima. La dottoressa Soji (Isa Briones) che assieme a Picard è la vera protagonista di tutta la vicenda, col suo carico di drammi e dubbi esistenziali. Ci sono anche vecchie glorie: Raffi (Michelle Hurd) ex ufficiale della Flotta Stellare e amica dell’Ammiraglio. Oltre ad altri personaggi che per evitare spolier non possono essere nominati ovviamente. Peccato per il finale, che da salvifico e realista si trasforma in qualcosa di cui potevamo fare a meno, ma che ovviamente proietta la serie verso una seconda stagione. Da vedere se si è figli della Flotta Stellare, coloro i quali sono a digiuno, invece, rischiano di non godere appieno di tutte le connessioni, rimandi e citazioni di cui è cosparsa la serie, che comunque resta un buon prodotto di fantascienza.